Ancora nel XX secolo i «vaganti» in Svizzera erano visti come discendenti dei «senza patria». A causa delle carenze dell'assistenza sociale statale, fino all'età moderna i poveri erano costretti ad abbandonare il comune di origine per cercare una possibilità di guadagno, e questo, prima dell'entrata in vigore della legge federale sui privi di patria del 1850, causava spesso la perdita del diritto di cittadinanza. Inoltre, in seguito a considerazioni finanziarie volte a tutelare le Casse dei poveri, i comuni rifiutavano di concedere il diritto di cittadinanza ai nuovi arrivati. Dato che in Svizzera il diritto di cittadinanza federale deriva dalla cittadinanza comunale o cantonale, ai «senza patria» veniva dunque a mancare anche l’appartenenza giuridica alla Svizzera (Nazione e diritto di cittadinanza). La situazione riguardante il diritto di cittadinanza e lo stile di vita nomade si condizionavano spesso a vicenda: la povertà poteva condurre alla vita nomade e questa a sua volta alla perdita del diritto di cittadinanza. Documenti e pubblicazioni storiche non distinguono tra persone senza diritto di cittadinanza e persone senza fissa dimora. La maggior parte delle «familie di vaganti» che nel XX secolo rientrarono nell’attenzione dell'assistenza pubblica e privata erano tuttavia già in possesso del diritto di cittadinanza prima delle cosiddette naturalizzazioni «coatte» della metà del XIX secolo.